I cestini di Castelsardo: pezzi unici al mondo

L'artigianato di Castelsardo

Castelsardo è rinomato in tutto il mondo per la lavorazione dei cestini rigorosamente fatti a mano. Le creazioni dell’artigianato di questo paesino sardo si caratterizzano per l’originalità delle diverse tecniche di intreccio tramandate di generazione in generazione. Nelle vie del borgo sassarese che si affaccia sul golfo dell'Asinara le donne passano ore a intrecciare cestini di ogni forma, con decori coloratissimi, mentre i pescatori lavorano il giunco e le verghe di olivastro per cucire le nasse che caleranno in mare per catturare prelibati crostacei. Tipici di Castelsardo sono i canestri, le corbule e le pòntine. In origine, i cestini erano realizzati con la palma nana, ma oggi rientra tra le specie protette ed è stata sostituita dalla rafia. L'abilità degli abitanti di Castelsardo nel costruire questi splendidi manufatti, veri e propri pezzi unici, si può ammirare al Museo dell’Intreccio Mediterraneo.

Le corbule

Le corbule sono cestini la cui forma è detta tronco-conica perché la base è più piccola rispetto ai bordi più alti. Sono realizzate in diverse grandezze. In origine erano impiegate per il pane. Nelle corbule più piccole si metteva il lievito, in quelle più ampie si conservava il pane grosso per 7 giorni.

I canestri

I canestri sono cestini di diverse dimensioni intrecciati fino a raggiungere un bordo alto 10 cm. Anche questi erano nati per la lavorazione del pane: i canestri medi servivano a conservare gli gnocchi fatti a mano, quelli grandi per mantenere fresco il pane. Anticamente i canestri rientravano nel corredo della sposa.

Le pòntine

L'altra cesta caratteristica di Castelsardo è la pòntina. Ricorda un cilindro ed è dotato di coperchio. È il cestino più capiente: veniva impiegato per mantenere freschi e puliti i legumi e all'occorrenza la biancheria.

Nella foto: alcuni esempi di cestini di Castelsardo (Costa Nord Sardegna, golfo dell'Asinara, Sassari). Di Giuseppe Abozzi.